Suggerimenti per la scrittura della tesi (manuale scaricabile)
Sito: | Moodle - Sistema Bibliotecario d'Ateneo |
Corso: | Come affrontare la tesi: la scrittura scientifica (area Scienze Sociali) |
Libro: | Suggerimenti per la scrittura della tesi (manuale scaricabile) |
Stampato da: | Guest user |
Data: | martedì, 8 ottobre 2024, 13:37 |
Descrizione
Visualizza e scarica il libro con i suggerimenti per risolvere i dubbi più comuni che puoi avere nella redazione della tua tesi e per rendere più scientifico e formalmente corretto il tuo lavoro.
Introduzione
La stesura della tesi di laurea è il momento in cui ti ritrovi a dover costruire un testo scientifico per argomentare e sostenere una tesi originale, supportata da un uso corretto di strumenti critici e letteratura scientifica. . Esistono delle indicazioni formali da seguire nella strutturazione del tuo lavoro e precise caratteristiche che contraddistinguono un elaborato scientifico, che ti sarà utile avere ben chiare fin dall'inizio del lavoro e che puoi trovare anche nella lezione sulla redazione e stesura della tesi.
Se ti prende il panico da pagina vuota e non sai come affrontare l'elaborazione di uno scritto scientifico, in questo manuale troverai alcuni suggerimenti per poter muovere i primi passi nella stesura e strutturazione della tesi ed esempi esplicativi sui più comuni dubbi grammaticali, tecnici o di formattazione che possono prenderti durante la scrittura del tuo lavoro.
Numerazione delle pagine
Le pagine vanno di norma numerate in basso e al centro.
Di massima
- se hai scelto la stampa fronte-retro e non hai molto tempo, imposta i numeri di pagina centrati
- se hai scelto la stampa fronte-retro e hai tempo: imposta i numeri di pagina alternati in modo che sul retro della pagina i numeri non risultino all'interno della rilegatura
Si utilizzano le cifre arabe. Solo le componenti preliminari possono essere numerate con cifre romane.
Indice,
Introduzione, Testo della tesi (suddiviso in capitoli), Conclusioni, eventuali
Appendici contenenti allegati (documenti, grafici, tabelle, illustrazioni),
Bibliografia e ogni capitolo devono iniziare in una pagina
dispari.
Qualora
una parte o un capitolo finiscano in una pagina dispari, è necessario lasciare
bianca la successiva pagina pari.
Non va messo (anche se va considerato nella sequenza) il numero:
- sul frontespizio (sarebbe come se su un libro mettessero il numero di pagina sulla copertina. Non si fa!),
- sulle pagine che contengono un titolo,
- sulle pagine bianche interposte.
Le modalità per inserire la numerazione variano a seconda del sistema di videoscrittura utilizzato.
Per esempio, per inserire i numeri di pagina in Word:
- Clicca su Inserisci
- Clicca su numeri di pagina
- Scegli il posizionamento del numero di pagina (in basso o in alto)
- Scegli l’allineamento del numero di pagina (a destra, a sinistra, al centro, esterno, interno,…).
Come inserire le pagine bianche
Come faccio ad inserire una pagina vuota tra il frontespizio e il resto della tesi?
COSA NON FARE
- Andare a capo un numero indeterminato di volte fino alla nuova pagina pigiando il tasto INVIO/ENTER può sembrare un metodo semplice, ma nel caso in cui si debba reimpaginare la tesi (cosa che succede quasi sempre...) crea molti problemi.
- Creare file diversi per le varie parti della tesi (introduzione, abstract, frontespizio, capitoli, bibliografia, etc.). Questo implica:
- un ordinato lavoro di organizzazione degli stessi in cartelle che ti permettano di ritrovarli in mezzo a prove e tanti altri file
- l'impostazione di una stessa impaginazione per tutti i file
- la necessità, una volta trasformate in pdf le versione definitive, di unirli tutti in un unico file, sperando che la formattazione rimanga impostata come tu l’hai desiderata. Il metodo più semplice per farlo si trova su Google cercando "unire file", ma scegliere quello più adatto tra i tanti proposti sicuramente ti farà sprecare molto tempo…
COSA FARE
Se utilizzi Word, un metodo un po' più "professionale" consiste nell'utilizzare l'interruzione di pagina tra una sezione e l'altra della tua tesi.
- Ogni volta che inizi una nuova sezione (ad esempio il capitolo 1 dopo l’introduzione) posizionati con il cursore alla fine del testo che hai scritto e clicca su INSERISCI
- Scegli PAGINE-INTERRUZIONE DI PAGINA oppure PAGINA VUOTA, se lo trovi tra le opzioni (a seconda della versione di Word che utilizzi).
Questo sistema ti permette di:
- mantenere invariata la posizione dei vari capitoli nelle pagine, evitando errori di impaginazione
- numerare le pagine in modo molto più semplice (ad es. evitare di mettere i numeri di pagina sul frontespizio oppure partire da numeri diversi dall'1)
Spazi
NON INSERIRE ALCUNO SPAZIO
- all'inizio dei paragrafi
- tra un segno di interpunzione e la parola che lo precede
- tra l'apertura di una parentesi (o di virgolette) e la parola che segue, tra la chiusura di una parentesi (o di virgolette) e la parola che precede
INSERIRE UN SOLO SPAZIO
- tra una parola e l'altra
- dopo ogni segno di punteggiatura
- tra l'apertura di una parentesi e la parola precedente, tra la chiusura di una parentesi e la parola seguente
- tra il tratto - e il carattere che segue e precede, quando si utilizza per distinguere le battute di un dialogo, per separare un inciso del contesto, per distinguere sul margine sinistro le voci di un elenco
Maiuscole e minuscole
Si seguono le regole grammaticali (nomi propri, prima lettera di una frase, ecc.).
Di massima per le iniziali valgono i seguenti criteri:
MAIUSCOLA
- magistrature, enti, uffici, istituzioni
(es.: il Ministero degli Esteri, la Camera dei deputati, il Senato)
- nomi o aggettivi sostantivati indicanti
uno Stato, una magistratura o un’istituzione (es.: gli Esteri)
- i sostantivi derivati da nomi geografici
usati per designare un’area territoriale (es.: il Vicentino)
- termini che indicano epoche o periodi
storici (es.: il Trecento, il Rinascimento, ecc.)
- Stato e Chiesa, nel senso di istituzione
(es.: i rapporti tra Stato e Chiesa, ma : la chiesa di S. Maria degli Angeli)
- nomi dei mesi dell’anno
- nomi commerciali ma non aggettivi da essi
derivati
MINUSCOLA
- cariche e qualifiche (es.: re, sindaco, prof., dott., on.)
- aggettivi sostantivati che indicano un popolo o gli abitanti del territorio di
uno stato (es.: i francesi, gli ebrei, i veneziani)
- nomi di circoscrizioni territoriali e forme di governo, qualora non
indichino un’istituzione specifica (es.:
regno, provincia, regione)
Corsivo, grassetto, sottolineato
Il corsivo si usa per evidenziare particolari parole o frasi e cioè:
- Termini tecnici e specialistici
- Termini in lingua straniera di uso non comune (es. word processing)
- Nomi scientifici latini
Evita l'uso del grassetto (che si usa nei manuali didattici e non nelle tesi) e del sottolineato (che è la vecchia forma corrispondente al corsivo di oggi).
Evita inoltre l'uso delle cosiddette virgolette ammiccanti (come in l'uso dell'enfasi è "lievemente" retorico).
Accenti
L’accento indica la vocale della sillaba che viene pronunciata con maggiore forza.
Nella lingua italiana esistono accenti grafici e fonici. L’accento fonico lo mettiamo durante la pronuncia delle parole e il grafico durante la scrittura.
L’accento deve essere presente nei seguenti casi:
- quando cade sull’ultima sillaba (parole tronche)
- nelle parole monosillabe quando il significato di queste parole cambia a seconda della presenza dell’accento, secondo lo schema di seguito
Per approfondire: http://www.sigmastudio.it/stile/trattamento-del-testo/uso-accento-grave-e-accento-acuto-negli-stampati.html
È preferibile scrivere do (prima persona del presente indicativo di dare) e soprattutto sto (prima persona del presente indicativo di stare) sempre senza accento: “Ti do ragione”, “Sto qui ad aspettarti”.
La stessa indicazione vale per fa e sta (terze persone del presente indicativo di fare e stare) e per gli avverbi qui e qua, che non devono mai avere l’accento.Accento grave o acuto?
L’accento ha due forme distinte per indicare suoni chiusi e aperti:
- «´» accento acuto (segno che va dal basso verso l’alto)
- «`»accento grave (segno che va dall’alto verso il basso)
Ad eccezione della lettera “e”, tutte le altre vocali accentate si scrivono con accento grave (libertà, così, però, di più).
"è" (con accento grave)
per la terza persona del verbo essere e per molte parole, come "cioè”, “caffè”, “ahimè”, etc.
“é” (con accento acuto)
- nel passato remoto (poté),
- nelle parole composte da "ché" ("perché", "affinché")
- nelle parole composte da “tre”: ventitré, sessantatré, trentatré ecc.;
- nelle parole composte da “re”: viceré ecc.;
- in alcune parole monosillabe: sé, né, ché ecc.;
- nella parola mercé
Ricorda....mai confondere l'accento con l'apostrofo!
L'apostrofo indica una troncatura, cioè la "caduta" di una o più lettere alla fine di una parola.
Un errore classico è scrivere pò al posto di po', la forma troncata di poco.
Va usato l’apostrofo e non l’accento nelle forme dell’imperativo presente della terza persona singolare dei verbi andare (va’ troncatura per vai), dare (da’ troncatura per di), dire (di’ e non dì che è un sostantivo che significa giorno), fare (fa’ troncatura per fai) e stare (sta’ e non stà) .
E soprattutto non va usato l'apostrofo come accento nelle maiuscole: se non sai come fare vai al paragrafo successivo.
NB Se hai un word processor con il correttore ortografico questo genere di errori può essere facilmente risolto.
Come fare le lettere maiuscole accentate
La e con l’accento è molto utilizzata a inizio frase nella scrittura di testi al computer, ma non sempre si ha a disposizione Office Word che all’occorrenza (in genere dopo il punto) crea automaticamente la lettera maiuscola sul foglio di testo.
Ci sono poi altre lettere accentate (À, Í, Ó, Ú) meno usate, ma che bisogna inserire se il testo da scrivere al PC lo richiede. Infatti, anche se si può ricorrere allo stratagemma dell’apostrofo al posto dell’accento, non è corretto in italiano scrivere E’ invece di È o A’ al posto di À, soprattutto in documenti formali o ufficiali.
È inutile cercare la È o un’altra maiuscola accentata su Google e fare copia-incolla dal Web con il mouse o premendo Ctrl+C/Ctrl+V. Si tratta di una perdita di tempo e puoi essere più veloce usando solo i tasti della tastiera.
Innanzitutto ricorda che ogni tastiera per fare le lettere maiuscole accentate usa una combinazione di tasti diversa in base al sistema operativo e che potrebbe essere necessario attivare l’apposito tastierino numerico.
Se utilizzi un PC Windows per fare le lettere maiuscole accentate da tastiera aiutati con questo semplice specchietto
Se invece utilizzi un MAC il metodo è molto semplice: per la e maiuscola accentata basta digitare contemporaneamente il tasto Alt (ovvero option), poi maiuscolo (ovvero shift) ed infine e: È = Alt + shift + e Con questo procedimento vedrai apparire la È su qualsiasi applicazione o client. In alternativa puoi ricorrere alla combinazione numerica, ricordando la differenza tra accento acuto ( ´ ) e accento grave ( ` ). È = Alt+shift+9 É = Alt+shift+v oppure Alt+shift+8
Se non ti è possibile utilizzare la tastiera, c’è un altro modo per far apparire la è maiuscola accentata: vai sul menù “Composizione” che trovi nella parte alta della Scrivania, seleziona la voce “Caratteri speciali” e fai doppio click sulla È presente nell’elenco.
Se devi scrivere le altre lettere maiuscole accentate (Á, Í, Ó, Ú) utilizza queste combinazioni:
Á = alt+shift+c
À = alt+shift+w
Í = alt+shift+b
Ì = alt+shift+r
Ó = alt+shift+n
Ò = alt+shift+t
Ú = alt+shift+m
Ù = alt+shift+u
Punteggiatura
- I segni d’interpunzione sono sempre collocati dopo le virgolette, gli esponenti delle note, le parentesi.
- Vengono a loro volta seguiti da uno spazio.
- Le parentesi e le virgolette non necessitano di spazi interni.
Parole straniere
Usa termini italiani quando possibile.
- Non
tradurre termini intraducibili (ad es. hardware e software).
- Le
parole in lingua straniera inserite singolarmente nel testo vengono scritte in corsivo,
soprattutto quando si tratti di termini tecnici (es.: Si intende con word
processing l’insieme dei metodi …).
- Per parole
straniere ormai acquisite o di uso corrente nella lingua italiana si usa il
carattere ordinario (es.: il boom economico). Lo stesso
principio si applica a termini specialistici che si possano ritenere correnti
nell’ambito di una determinata tematica (es.: il cash flow [in un testo di
argomento economico]).
- È
preferibile non declinare mai
le parole straniere: i termini inglesi in un testo italiano non prendono la
desinenza del plurale (quindi, non "le directories"
ma "le directory").
Liste e elenchi
Si usano per presentare una serie di informazioni correlate.
- Di solito ogni voce è evidenziata da una marca grafica oppure da un numero o una lettera
- All'interno degli elenchi (puntati,
numerati, liste descrittive), le varie voci devono essere uniformi (come
punteggiatura e come struttura grammaticale)
- Il segno di punteggiatura alla fine delle
varie voci deve essere lo stesso (con la possibile eccezione dell'ultima voce,
che di solito è seguita dal punto)
- Le maiuscole/minuscole devono essere
coerenti con la punteggiatura
- Le varie voci devono cominciare in modo
coerente (ad es., tutte con un verbo)
Numeri e quantità
- Vanno espresse sempre in cifre arabe le quantità precedute dalle
rispettive unità di misura (di
peso, capacità ecc. e monetarie) e i dati statistici (es. 6 metri, 5 cm)
- Per l’uso discorsivo nel
testo i numeri si scrivono in lettere se sono minori o pari a dieci, in cifre
se sono maggiori e non si trovano a inizio frase (es.
ci sono tre studiosi che…; …la battaglia durata 15 giorni…; Duecento uomini marciarono su…)
- Se sono riportati con frequenza, si riportano in cifre (es.
Il composto conteneva 2 parti di zinco,
15 di rame e 7 di piombo)
- In Italia il punto (.) viene usato come delimitatore delle migliaia, mentre la virgola (,) è
impiegata come delimitatore del decimale. In presenza di numeri decimali scegli un grado di approssimazione e
mantienilo sempre costante (es.
1.915; 12,23 cm e poi mettere sempre due cifre dopo la virgola)
- Le date, si scrivono in numeri arabi le ore, i
giorni e gli anni (es.
ore 14.20 del 2 giugno 2013). I
secoli vengono indicati con i numeri romani (es.
XVI sec.). Per i secoli dal Mille in poi si può
ricorrere all’espressione in lettere, con l’iniziale maiuscola (es. il Novecento)
Unità di misura
- Vanno impiegate le unità di misura previste dal
Sistema Internazionale (S.I.) e le
relative abbreviazioni
- Il valore numerico precede
l’indicazione dell’unità di misura,
separato da uno spazio
(es. 10 cm)
- L’unità di misura viene scritta per
esteso quando non è accompagnata da un valore numerico (es. pochi centimetri)
- Quando due unità di misura sono
combinate, si usa il segno di frazione (/)
(es. 12 kg/m2)
- Scrivere alla fine l’unità di una
serie di misure (es. da 2 a 10° C oppure 3 e 5,9 mm)
- Omettere
il punto dopo
le unità di misura abbreviate (es. 16
m)
Formule matematiche
- Non ripetere derivazioni già pubblicate
di equazioni note; meglio citare
il riferimento bibliografico o il
nome dell’autore
Esempio: La formula di Manning
- Riportare tutte le equazioni più
importanti su linee separate, centrate rispetto i margini laterali e
individuate da una numerazione
consecutiva racchiusa tra parentesi
e collocata sul margine destro, per facilitarne il richiamo all'interno del
testo
- Le equazioni meno importanti possono essere citate all'interno di una frase come parte di
testo.
- Le equazioni vanno scritte in notazione matematica, riportando di seguito la descrizione
dei vari elementi
Acronimi e abbreviazioni
Le abbreviazioni (nome troncato seguito da un punto) e gli acronimi (nome costituito dalle iniziali di più parole, tutto in maiuscolo) sono usati per velocizzare la stesura e la lettura dell’elaborato.
- La prima volta che si citano devono essere precedute dalla dizione estesa (tranne quelli comuni: es., UE, etc.)
- Abbreviazioni o acronimi non devono comparire all’inizio di una frase (Es. Il programma WODITEM è adeguato… e non WODITEM è un programma adeguato…)
Attenzione: un numero troppo elevato di
abbreviazioni/acronimi rende la lettura e la comprensione più difficili al
posto di facilitarle.
Note
- Nota in calce o a piè di pagina
- Vanno collocate a piè di pagina e si scrivono in un corpo più piccolo (10 pt) e generalmente richiamate nel testo con un numero di nota in apice1
- Hanno il difetto di poter interrompere il flusso della trattazione. Pertanto, se la presenza della nota non è indispensabile è meglio evitarle e trovare il modo di inserire le stesse informazioni nel testo.
- Nota a fine capitolo (contengono informazioni da approfondire e ulteriori rimandi bibliografici)
- Nota a fine testo: (contengono osservazioni con riscontri più ampi, che si possono integrare con approfondimenti in appendice)
Le note devono
- avere una numerazione progressiva , che ricomincerà da capo ad ogni nuovo capitolo della tesi
- essere scritte in un corpo minore – di almeno un punto – rispetto al contenuto principale
- non contenere capoversi
Note bibliografiche
In particolare le note bibliografiche contengono l’indicazione di un libro o di un articolo (di cui si parla nel testo o da cui si ricava una citazione), la cui descrizione completa viene poi inserita in ordine alfabetico e/o cronologico nella bibliografia finale.
Es. Le fonti letterarie suggeriscono una versione pittoresca della fine di Ezzelino1 , ma studi più recenti hanno chiarito nel dettaglio il contesto delle sue ultime imprese2 e della battaglia in cui fu ferito mortalmente3 .……….
1 Albertino Mussato, Ecerinide, a cura di Luigi Padrin, Bologna, Zanichelli, 1900, pp. 84-85. 2 Giorgio Cracco, Ezzelino e la chiesa, «Studi medievali», 28 (1974), pp. 47-99. 3 Id., Il fronte dell'Adda, ibid., 29 (1975), pp. 100-121
Ibidem si utilizza quando si cita nella stessa pagina un'opera già citata (e lo stesso numero di pagine) : es. (2) Ibidem. Ivi invece se in una pagina citiamo la stessa oper, a ma ci riferiamo a pagine differenti: es.: (3) Ivi, pagg. 76-80 Se invece ci riferiamo alla stessa opera citata in pagine precedenti, scriveremo: (4) Op. cit. pag.82 Il Cfr. è da utilizzare quando si rinvia genericamente ad un testo (cfr. § 8. Bibliografia)
Ci sono diversi modi di citare e numerosi stili grafici: l'importante è, quando si decide per uno stile, mantenerlo costante per tutto l'elaborato.
Generalmente, nel caso di un libro, si Indicano
- nome e cognome dell’autore,
- titolo del libro in corsivo,
- casa editrice, luogo e data di pubblicazione (informazioni che si trovano nel colophon, sul retro del frontespizio),
- pagine dove trovare il passo riportato
Per saperne di più vai alla sezione Elaborare le informazioni raccolte del Tutorial su Moodle: La ricerca bibliografica. Tutorial sulla competenza informativa.
Figure e tabelle
Figure e tabelle vanno inserite nel testo e numerate col numero del capitolo seguito da un numero progressivo all’interno dello stesso (es. fig. 2.4 è la quarta figura del secondo capitolo).
Vengono richiamate all'interno del testo riportando il numero progressivo (es. "(figura 2.4)" o "come si vede in figura 2.4", o "si veda la fig. 2.4 ").
Devono avere un titolo, una breve didascalia e l'indicazione della fonte (es. Figura 1.1 Il processo di analisi del contenuto).
In caso di elaborazione personale è necessario fornirne l’indicazione.
Figure
- Vanno collocate di norma su pagine indipendenti da quelle del testo
- Ogni figura deve possedere una didascalia preceduta da una coppia di numeri, a sua
volta preceduta dal termine "Figura“. In aggiunta alla didascalia una
figura può possedere anche una legenda, cioè una o più righe che seguono la
didascalia e spiegano la figura
- Ogni figura deve essere citata nel testo. Il riferimento alla figura è collocato
tra parentesi a meno che non sia espresso in forma diretta (es. (Fig. 2.7)
oppure …come si vede nella figura 2.7…)
- Se la figura è presa da un altro
contesto, è necessario riportare la relativa citazione secondo il sistema autore - anno
di pubblicazione, posta dopo la didascalia o dopo la legenda, se anche
questa è presa dalla stessa fonte (vd. Citazioni
e Plagio-Immagini e materiali in reteFARE LINK)
Tabelle
- I dati riportati in tabella non devono essere duplicati in figure né discussi estesamente nel testo
- È importante citare le tabelle nel testo e fornire una
introduzione al loro contenuto
- Collocare le tabelle su pagine indipendenti da quelle del testo
- Ogni tabella deve possedere una didascalia preceduta dalla numerazione (numero del capitolo e numerazione progressiva della tabella all’interno dello stesso) a sua volta preceduto dal termine "Tabella“ (Tabella 2.3)
- Se la tabella o singoli componenti della
tabella sono presi da un altro contesto, è necessario riportare le relative citazioni secondo il sistema autore - anno di
pubblicazione, poste dopo la didascalia.
Conclusioni
Consulta questo manuale ogni volta che ne hai necessità mentre scrivi la tua tesi.
Ricorda che si tratta comunque di indicazioni generali, il cui uso è vivamente consigliato, ma in alcuni casi non obbligatoriamente prescritto.
Sarà il tuo relatore in ultima sede ad evidenziare eventuali errori e ad accompagnarti nella risoluzione dei tuoi dubbi: meglio però arrivare con un buon materiale da sottoporgli!